Lo Stato dell’Arte dell’Ad Blocking in Italia

Il fenomeno dell’Ad blocking sta diventando sempre più rilevante e la necessità di monitorare questa tendenza continua a crescere di anno in anno. Per questo motivo, le principali Associazioni rappresentanti la industry, Assocom, FCP-Assointernet, Fedoweb, IAB Italia, Netcomm, UPA hanno condotto un’indagine dal titolo “Lo Stato dell’Arte dell’Ad Blocking in Italia” coordinata da GroupM e commissionata…

Il fenomeno dell’Ad blocking sta diventando sempre più rilevante e la necessità di monitorare questa tendenza continua a crescere di anno in anno. Per questo motivo, le principali Associazioni rappresentanti la industry, Assocom, FCP-Assointernet, Fedoweb, IAB Italia, Netcomm, UPA hanno condotto un’indagine dal titolo “Lo Stato dell’Arte dell’Ad Blocking in Italia” coordinata da GroupM e commissionata a comScore e Human Highway con l’obiettivo di effettuare una misurazione integrata degli aspetti chiave del fenomeno dal punto di vista degli utenti della rete e valutare l’impatto che questo ha su inserzionisti ed editori.

L’indagine si basa su tre diverse fonti di dati:

Panel meterizzato comScore: quantificazione di utenti unici e pagine viste con Ad blocker installato su PC

Indagine CAWI su panel Human Highway: quantificazione degli utilizzatori di Ad blocker da mobile e da qualsiasi device nonché analisi dettagliata di motivazioni e modalità di utilizzo

Dati censuari forniti dagli Associati FCP-Assointernet per la quantificazione delle pagine con Ad blocker attive

La seconda edizione dell’indagine realizzata a Novembre 2016 mostra come l’incidenza dell’Ad blocking in Italia sia rimasta stabile rispetto alla prima wave, condotta a maggio 2016: il numero degli utenti unici che hanno installato sul proprio PC un ad blocker resta fermo al 13,0%, 15% le pagine ad-blockate.

Anche per quanto riguarda i numeri chiave misurati dalla Cawi, si confermano i dati della prima wave con un 22,2% di utenti che hanno dichiarato di aver installato l’estensione su almeno un dispositivo utilizzato. Di questa percentuale viene mostrato che il 65,7% degli individui online (PC + smartphone) che utilizza un Ad blocker lo fa in maniera tattica, ovvero configurando whitelist o mettendolo in pausa per accedere a pagine e siti di proprio interesse, selezionando i browser e i device su cui applicarlo.

Tra le ragioni maggiori che concorrono all’installazione degli Ad blocker sono ancora una volta l’utilizzo di formati troppo invasivi o che impediscono di fruire dei contenuti della pagina, la visualizzazione di pubblicità che non sono in linea con gli interessi dell’utente e, in crescita, le problematiche legate alla sicurezza e alla non volontà di condividere i propri dati da parte degli utenti.

La ricerca prende inoltre in considerazione il profilo d’utenza che si dimostra prevalentemente maschile, con un’età tra i 25-34 anni e con un elevato livello d’istruzione, l’utilizzo di Ad blocker in relazione alla fruizione di altri mezzi come TV e radio, quotidiani cartacei e riviste e in relazione all’utenza E-commerce.

Il fenomeno Ad blocking rappresenta sicuramente una minaccia per tutto il panorama pubblicitario digitale e questa indagine potrà aiutare a comprendere quanto e quale valore dell’attuale modello pubblicitario potrebbe essere messo a rischio. E’ ora compito degli advertiser riuscire a proporre un’evoluzione del sistema che riesca a creare nuove opportunità per migliorare al massimo l’esperienza dell’utente finale.

Per approfondire l’argomento e scaricare l’indagine clicca qui

IAB